Piccola intervista

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Emanuele Barison, come è iniziata la tua avventura?
Be', dopo la Scuola d'Arte a Udine cominciai a disegnare un po' da solo, un po' con alcuni amici della mia città con il sogno di andare in edicola e trovare qualcuno che avesse acquistato un mio fumetto.

E un giorno questo accadde?
Già! Passò parecchio tempo ma alla fine entrai nel mondo delle “nuvole parlanti” dalla porta principale: Walt Disney. Disegnai per Minnie diversi episodi poi si aprì la strada francese e ancora una volta ebbi la fortuna di lavorare con un vero e proprio guru delle Bande Desinéè come Francois Corteggiani che sceneggiò le storie di Yakuza, De Silence Et De Sange e Tatiana K. Poi, ancora, l'incontro con Mario Gomboli e Astorina che mi affida ormai da tempo le storie di Diabolik.

Ed ora cosa bolle nella pentola barisoniana?
Come tu ben sai, visto che eri con me a Carpentras lo scorso mese, qualcosa si sta muovendo sul fronte francese anche se non diciamo niente mentre la passione di questi anni è comunque Diabolik che spero di disegnare ancora a lungo.

Ma il Barison uomo com'è? Più diabolico o più disneyano?
Mah! Non dovrei essere io a dirlo ma credo di essere per metà umoristico e per metà noir come lo è il mio lavoro. Diciamo un Paperino con la maschera di Diabolik.

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